La
Valle del Senio, nel comprensorio turistico delle Terre di Faenza (in provincia
di Ravenna) svela un paesaggio di raro fascino, offrendo al visitatore un
mosaico di boschi, vigneti, frutteti e giardini.
Nel
paese di Casola Valsenio, che si
fregia del titolo di "Paese delle
Erbe e dei Frutti Dimenticati", le antiche tradizioni contadine
locali di coltivazione delle piante si esprimono anche nella salvaguardia di
alberi da frutto di varietà ormai abbandonate o uscite di produzione. A questi frutti dimenticati Casola Valsenio
dedica un doppio originale appuntamento autunnale: la Festa dei Frutti
Dimenticati (arrivata addirittura alla 25esima edizione!) e del
Marrone di Casola Valsenio, in programma nei weekend 10-11 e 17-18 ottobre.
Piante
spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa per il consumo
domestico fin dal tardo Medioevo, i frutti
dimenticati sono perlopiù caratteristici della stagione autunnale e
rappresentavano una preziosa scorta di cibo da conservare con cura per
l'inverno. Salvati dall'estinzione e recuperati per la gioia di chi li ha
conosciuti e per chi li vede per la prima volta, ecco tanti bei frutti
profumati, dai colori caldi e dai nomi spesso originali: giuggiole, pere
spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere
volpine, uva spina, senza dimenticare noci, nocciole, melagrane e ovviamente
i Marroni.
La
ripresa d’interesse verso i frutti di un tempo è rivolta anche al recupero di
antichi metodi di conservazione, lavorazione e consumo alimentare. Per questo,
nel corso della festa si svolge un concorso di marmellate e uno di dolci
al Marrone, mentre i ristoranti della zona propongono per tutto l’autunno
la “Cucina ai frutti dimenticati”. Si tratta di piatti che
utilizzano i prodotti tradizionali del territorio, sia secondo la consuetudine
sia in modo moderno, proponendo una cucina gradevole, naturale e dal forte
potere evocativo.
Fra
le ricette a base di questi frutti ricordiamo: la salsa di rovo e di gelso, le composte
di corniole e di cotogne, la torta
di mele selvatiche e i dessert con protagoniste le pere volpine, le
castagne, l'alkermes, il vino e il formaggio. Un gruppo di frutti dimenticati
serve per preparare un antico piatto tipico, il "migliaccio", che richiede mele cotogne, pere volpine, mele
gialle, cioccolato, pane, raffermo grattugiato, canditi, riso e, secondo
l’antica ricetta, sangue di maiale in aggiunta.
A
Casola Valsenio, infine, i frutti dimenticati si sposano perfettamente con le
piante aromatiche del locale Giardino
Officinale e danno vita a piatti straordinari come le insalate di sedano, ribes bianco e rosso in agrodolce, o di finocchio selvatico con tarassaco,
cerfoglio e salsa di melagrana, ottime se condite con l'olio extravergine
Brisighello. Nei menù compaiono i risotti
di pere volpine, l'arrosto di arista
con castagne e lamponi o il rotolo
di vitello alla melagrana, la crostata
di marmellata di sorbe, le prugnole
ripiene di noci e zabaione, il sorbetto
alle corniole.
Informazioni
per il pubblico: Tel. 0546 73033.
Sempre
il 18 ottobre, spostandosi a pochi chilometri da Casola, a Riolo Terme prenderà vita la
tradizionale Giornata della Salvia e della Saba, nel corso della quale si
svolgeranno dimostrazioni sulla produzione e sull’utilizzazione gastronomica
della saba (mosto cotto), con degustazioni in tema. Inoltre, uno stand
gastronomico propone la divulgazione, la commercializzazione e l’assaggio della
salvia. Informazioni per il pubblico: Tel. 0546 71044.